presentazione libri

“Respirano i muri” di Paolo di Stefano e Massimo Siragusa (Contrasto book)

Schermata 2018-04-27 alle 13.30.40

Siragusa ok

 Le fotografie di Massimo Siragusa indagano il legame che unisce un uomo alla propria casa, così come fanno i testi, mettendo in luce le caratteristiche di un rapporto complicato e intimo de: «la casa come rifugio, luogo di incontro, status sociale, affermazione di identità».

Per Paolo Di Stefano il legame che unisce un uomo alla propria casa è qualcosa di profondo e fondante. Le case vengono arredate, vissute, curate e a volte abbandonate, assorbono gli odori, gli umori, i sentimenti, le vite di chi le abita e contemporaneamente le influenzano, diventando parte fondamentale della memoria più intima di un uomo. Il volume racconta questo rapporto a partire dalla descrizione della casa in cui è nato. Dalla Sicilia dove l’odore di peperoni arrostiti si mischia a quello delle muffe, alla Svizzera, dove resta impregnato nelle tende e nei tappeti che la madre mostra con fierezza ai parenti in visita. Le abitudini familiari sono descritte nei particolari, in gesti semplici e significanti messi in atto da personaggi reali, strettamente legati all’autore, con ironia ma anche un velo malinconico. Velo che si ispessisce nelle interviste che occupano la seconda parte del libro, dove protagonisti insieme agli ambienti sono persone costrette all’abbandono delle loro case. Di Stefano dà voce a emigranti, senzatetto, con la confidenza di un diario e la sottigliezza di un poeta. La casa che proteggeva dal caldo e dal freddo come una madre, gli utensili di cui ci si è presi cura, in uno scambio di utilità e attenzione quasi pari, come se anche arredi e suppellettili potessero penare della separazione, avere nostalgia. L’intreccio d’arte narrativa e visiva custodito nel libro esplora e rende reali le emozioni trattenute dalle mura domestiche. Mura fatiscenti, che respirano insieme ai corpi e si sbriciolano come le anime che hanno vegliato prima di lasciarle. Nelle immagini, luoghi straripanti di oggetti che restituiscono storie intime di persone assenti. Le parole affollano le immagini, che diventano la scenografia della narrazione, sottolineano un distacco potente, quasi luttuoso. Introduzione di Goffredo Fofi.

 

Breve storia di un raggio di sole” di Gianumberto Accinelli (Rizzoli ed.)

91zIIpWuybL23517424_10214704851204655_7529853464490361960_n
La luce solare è capace di trasformare il nostro pianeta in un luogo ricco di storie intricate e affascinanti. Basta un raggio, uno soltanto, per accendere il meccanismo che da milioni di anni fa girare il mondo, permettendo alle piante di crescere, alle api di volare, agli animali di rincorrersi e ai loro corpi di spirare. Una sequenza apparentemente perfetta, ma in realtà piena di contrattempi, perché nel cerchio della vita problemi e soluzioni si susseguono senza sosta. A questo servono i raggi di sole: non a spiegarci come funziona l’universo, ma a illuminarne la complessità. Dai fili d’erba, che si nutrono esclusivamente di luce, agli erbivori che la cercano ruminando nel verde, l’energia del sole si sposta di bocca in bocca incontrando storie straordinarie: alberi immortali, coccinelle ferocissime, fiori disposti a tutto per farsi impollinare. Raccontando il percorso di un raggio di sole dal momento in cui lascia lo spazio siderale a quello in cui vi fa ritorno dopo aver visitato ogni angolo della Terra, Gianumberto Accinelli ci insegna che la natura non è fatta di regole e risposte, ma di caos e meraviglia. Con un linguaggio semplice e incantevole, ci trascina nel grande romanzo del cosmo e ci invita a guardarci intorno con uno sguardo completamente nuovo, perché anche dentro ciò che ci appare piccolo, o brutto, o insignificante, si nasconde un tesoro prezioso: un tesoro fatto di luce.

 

“Storia essenziale della Fotografia” di Diego Mormorio (Postcart ed.)

NZO
Questa Storia essenziale della fotografia inizia, naturalmente, parlando dei diversi inventori, ma, diversamente da tante altre, pone subito l’accento sulla modernità del primo Ottocento, elemento fondamentale per comprendere il contesto nel quale è nata la nuova invenzione. “Nei cinquant’anni che hanno preceduto l’avvento della fotografia – sottolinea l’autore – si sono succedute più innovazioni di quante se n’erano avute in tutti i secoli precedenti”. Queste trasformazioni, insieme ai grandi rivolgimenti sociali che ad esse si accompagnarono, crearono una nuova mentalità, dentro la quale è cresciuta la fotografia: arte pittorica e insieme tecnologia.

Sin dal primo momento, spirito tecnologico e tradizione artistica si sono fusi nella nuova invenzione. Il bisogno di “essere artisti” ha segnato la pratica fotografica di moltissimi dei primi fotografi, che vennero chiamati pittorialisti. È a partire da questo bisogno che la fotografia si è affermata come arte contemporanea, guadagnandosi un ruolo centrale nell’esperienza museale.

A sottolineare l’importanza dei riferimenti pittorici, la Storia raccontata da Diego Mormorio mostra come tutte le tipologie fotografiche – ritratto, paesaggio, documentazione, ecc. – affondino le loro radici negli insegnamenti della pittura, tanto che risulta impossibile comprendere la storia della nuova arte senza guardare ai precedenti risultati delle arti visive.

In più di un’occasione, questo libro – che passa in rassegna tutti i personaggi e le vicende rilevanti nell’universo della fotografia – libera il campo da certi luoghi comuni fuorvianti, come quello secondo cui, il giorno della presentazione della dagherrotipia, il pittore Paul Delaroche avrebbe detto “Da oggi la pittura è morta”, o quello che vuole l’origine del fotoromanzo puramente italiana.

Diego Mormorio si è laureato in Antropologia culturale nel 1977, con una tesi sulle radici culturali della fotografia. Da allora si è occupato prevalentemente dei rapporti tra quest’ultima e la cultura filosofica e letteraria. Prima di dedicarsi completamente all’attività di ricerca e all’insegnamento, ha lavorato per diversi giornali.

diego-mormorio-a-metaurilia b

Tra i suoi numerosi libri ricordiamo:
Gli scrittori e la fotografia (Editori Riuniti, 1988), Paesaggi italiani del ‘900 (Motta e Actes Sud, 1996), Un’altra lontananza (Sellerio, 1997), Tazio Secchiaroli. Dalla Dolce Vita ai miti del set (Motta, te Neues, Actes Sud, Abrams, 1998-1999), Vestiti (Laterza, 1999), Tazio Secchiaroli. Dalla Dolce Vita ai miti del set (Motta, te Neues, Actes Sud, Abrams, 1998- 1999), Paesaggi dell’800 (Motta e Actes Sud, 2000), La regina nuda. Delazioni e congiure nella Roma dell’ultimo Papa Re (Il Saggiatore, 2006), Meditazione e fotografia. Vedendo e ascoltando passare l’attimo (Contrasto, 2008), Roma Ottocento nelle fotografie dell’epoca (Newton Compton, 2011).
Diego Mormorio lavora da tempo a un libro su Pittura, grafica e fotografia e sta portando a termine il 3° vol. della collana Scrittori e fotografia, che avrà per titolo L’arte di fotografare e di farsi fotografare 1871-1930.
Da tre anni, inoltre, è impegnato al completamento di un nuovo volume sul rapporto tra la fotografia e la meditazione.

POSTCART EDIZIONI  
via Prenestina 435 00177 – Roma info@postcart. com
www. postcart. com

Schermata 2018-04-30 alle 16.54.46

La casa editrice Postcart, specializzata nella produzione di libri dedicati alla fotografia d’autore, nasce a Roma nel 1994.

Ha un catalogo di oltre cento titoli: diverse collane, tra cui una di saggi sulla fotografia (Postwords), numerosi volumi monografici e una serie di coedizioni con realtà editoriali italiane ed estere (ICCD, Aperture Foundation, Schilt, Filigranes, André Frère Editions, Radius Books).

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
search previous next tag category expand menu location phone mail time cart zoom edit close